Gasparo detto Gasparo da Salò Bertolotti

20 mag 1540, Brescia, Italia
14 Apr 1609 , Brescia

Nasce a Salò, sul lago di Garda, da una famiglia con interessi artigianali, giuridici, artistici figurativi e musicali, divenuta tale dopo che il nonno Santino, possidente di greggi e forse produttore di corde musicali in budello di pecora, si è trasferito da Polpenazze alla capitale della riviera del Garda, per dare più opportunità alla famiglia inserendo i figli nell'ambiente artistico di Salò, capitale della Magnifica Patria di Riviera, che era molto ricco e vivace in quanto figlia prediletta della Serenissima Repubblica di Venezia.
Gasparo è figlio e nipote di due suonatori e musici, nonché compositori, professionisti di alto livello, Francesco e Agostino, specializzati tanto da essere chiamati I violì o anche in esteso per evitare dubbi, violini.
Lo zio oltre ad essere esperto in strumenti musicali, redigendo anche perizie e stime, diventerà il primo maestro di cappella di Salò; suo figlio Bernardino, cugino di Gasparo, diventerà musicista (violinista e trombonista) prima a Ferrara alla potente e modernissima corte musicale degli Estensi, incontrando Luzasco Luzzaschi, successivamente a Mantova presso Vincenzo Gonzaga durante gli anni di Monteverdi e poi a Roma come “Musico di Sua Santità il Papa nel Castello di S.
Angelo”.
Pubblicò almeno tre libri di Madrigali e uno di Messe, tutti a Venezia nella prestigiosa stamperia musicale di Ricciardo Amadino.
La formazione musicale e liutaria di Gasparo, sicuramente di alto livello visti i precedenti, avviene in famiglia e sull'onda dei traguardi sempre più alti raggiunti dai suonatori originari di Salò di lire e viole nell'orchestra della Basilica di S.
Marco a Venezia e dei violinisti bresciani attivi sempre a Venezia e nelle corti europee a partire dagli anni 1540 fino alla fine del secolo.
Quella musicale di esecutore, sarà stata sicuramente altrettanto approfondita e deve essere partita molto probabilmente dall'emulazione e dall'accompagnamento del duo violinistico di famiglia, visto che in un documento bergamasco del 1604 riguardante la musica in S.Maria Maggiore, verrà citato come valente contrabbassista.
Alla morte del padre, attorno al 1562, si trasferisce a Brescia.
Affitta immediatamente casa e bottega in un quartiere nevralgico della frenetica vita musicale locale, la Contrada detta degli Antegnati per la presenza della famosa dinastia di organari e di altri valenti polistrumentisti, nella Quadra Seconda di S.
Giovanni, di fronte al Palazzo Vecchio del Podestà (oggi via Cairoli) e si sposa poco dopo.
La possibilità di prendere quasi subito in affitto una casa con bottega, oltre alle possibilità derivate dalla divisione ereditaria non certo cospicue per il numero di fratelli e sorelle, può essere derivata quasi sicuramente da un'attività liutaria già molto buona e riconosciuta, visto che tre anni dopo, il lavoro e le rendite gli permettono di condurre all'altare Isabetta Cassetti figlia di un artigiano ceramista e vetraio.
Oltre a questo intrattiene rapporti amichevoli, di partecipazione artistica e quasi sicuramente professionali con Girolamo Virchi, uno degli artisti-artigiani più in vista della città, definito in documento del 1563 "maestro di strumenti de musica", il quale entrerà in stretti vincoli familiari in quanto nel 1565 sarà padrino di battesimo del figlio Francesco, il primo di ben altri sei, tre maschi chiamati Marcantonio, due dei quali morti quasi subito, e tre femmine.
In quel quartiere abitano inoltre due quotati organisti della Cattedrale di Brescia, Florentio Mascara e il suo successore Costanzo Antegnati e inoltre un sonador di violino, Giuseppe Biagini.
Come molti altri tastieristi e come tradizione dei numerosi gruppi di virtuosi polistrumentisti bresciani, Mascara era anche un eccellente suonatore di viola da gamba.
I gruppi bresciani erano conosciuti pressoché in tutta Europa e sulla piazza di Venezia, suonavano abilmente da quattro a sei strumenti dei quali in genere la maggioranza a fiato e le novità ad arco tra le quali viole da brazzo e violini.
Questo permetteva loro di riuscire a spuntare ingaggi quasi doppi rispetto alla norma, come testimoniato nei contratti veneziani degli anni 70 del secolo.
La conoscenza diretta e l'amicizia con gli Antegnati e con Girolamo Virchi aprono a Gasparo nuovi orizzonti e confronti sonori e di conseguenza liutari, data la presenza a Brescia non solo della più antica dinastia liutaria finora conosciuta, quella dei Micheli: Zanetto e Pellegrino, ma anche della tradizione rinascimentale ad arco più fiorente a livello mondiale.
La specializzazione di "maestri" costruttori di strumenti ad arco: violoni, viole da gamba, viole da brazzo, violini, violette e lirea a Brescia fin dalla fine del Quattrocento è testimoniata da decine di documenti d'archivio.
Per quanto riguarda Gasparo, la sua Polizza d'Estimo del 1568 ci testimonia una fiorente attività, che proseguirà in sensibile crescendo.
Nel 1575 acquista una grande casa con varie pertinenze in contrada delle Cossere, sua sede storica, e successivamente numerosi beni.
La sua bottega diviene rapidamente une delle più importanti d'Europa, se non la più importante, della seconda metà del Cinquecento per la produzione di ogni tipo di strumento ad arco dell'epoca, sia in stile antico sia moderno.
Sviluppa un'arte e un'attività sempre più invidiabile con ben 5 allievi: il figlio primogenito Francesco, il francese Alessandro de Marsiliis, Giovanni Paolo Maggini, Giacomo Lafranchini ed un certo Battista.
Le esportazioni raggiungono Roma, Venezia e la Francia, come si ricava dalla polizza del 1588 ed altri documenti, facendosi mandare corde da Roma e legni da Venezia.
Gli affari gli permettono di acquistare anche estesi possedimenti terrieri in territorio di Calvagese, con annesse case padronali e coloniche.
Gasparo, umanamente, si rivela anche attento e sensibile.
Dopo aver provveduto al mantenimento e alla dote della sorella Ludovica, fa da tutore ai tre figli del cognato, Rocco Cassetti, presumibilmente morto, con la moglie, nella peste del 1577.
Muore il 14 aprile 1609.
Lo scarno ma altamente significativo atto è conosciuto e recita: Messer Gasparo di Bertolotti maestro di violini è morto & sepolto in Santo Joseffo.
Il luogo esatto dove giacciono le sue spoglie, nel Pantheon musicale bresciano, in compagnia di Costanzo Antegnati, Benedetto Marcello e don Cesare Bolognini non è noto.
Uno dei suoi celebri contrabbassi, dalla rapidità di risposta vicina a quella di un violino, si conserva oggi all'interno della Basilica di San Marco a Venezia; un secondo, di eccezionale rarità, in pratica un vero unicum a livello mondiale in quanto conserva ancora anche la testa originale con i sei fori per i piroli di un violone contrabbasso, scoperto dal maestro Luigi Ottaviani nei magazzini, si trova al Museo degli Strumenti Musicali di Roma.
Un terzo, usato per decenni da Leonardo Colonna, contrabbassista della Scala, è stato acquistato dalla famiglia salodiana Biondo e dato in comodato al comune di Salò per le sue manifestazioni musicali e dovrebbe costituire uno dei pezzi più pregiati dell'erigendo Museo della Città di Salò.
Vernice bruna; ff diritte, parallele, larghe e ben tagliate.
Etichetta, senz'anno.

fonte: Wikipedia

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