Francois Xavier Tourte

1748, Parigi, France
1835 , Parigi

Dapprima fu orologiaio poi si dedicò alla costruzione degli archi, insieme al fratello Xavier, nella bottega del padre, TOURTE "il Vecchio", già rinomato come fabbricante di archi.
Francesco dopo aver fatto molti archi di legno con doghe di botti, e acquistato quella padronanza e dimestichezza nella lavorazione degli archi cominciò ad usare legni esotici provenienti dalla Guinea Francese, fra cui i legni "Bocoa Provancensis" e il a Svarzia Tormentosa" legni usati dalle tintorie francesi e che importavano in grande quantità, successivamente cominciò ad usare legni del Sud America, tra cui il Pernambuco, trovandoli più elastici e flessibili.
Divenuto amico del celebre violinista italiano Giambattista Viotti (1752-1824) che si trovava allora a Parigi, tra i due iniziò quella felice collaborazione che doveva portare l'arco al modello attuale.
Essi stabilirono: il materiale migliore, la lunghezza, il giusto peso, l'equilibrio, l'altezza della bietta, quella della punta, la sistemazione dei crini in forma piatta, l'anello e la vite alla bietta (sembra però che la vite fosse già in uso da prima, sin da verso ai primi del '700, secondo il Grillet) e la linguetta di madreperla a copertura dei carni (i primi archi dei Tourte sono senza madreperla).
Sembra che Francesco Tourte fosse analfabeta, nonostante ciò seppe calcolare a perfezione la divisione dell'impiego di forza per l'arco.
Tourte Francesco non marcava i suoi archi, solo verso la fine imprimeva in piccolissimi caratteri, nella rivestitura di metallo interna della bietta (anche questa rivestitura è sua invenzione)
Il Tourte, considerato lo Stradivari dell'arco, ebbe moltissimi imitatori e falsificatori dato l'alto prezzo che già sin da allora questi archi venivano pagati.

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